domenica 1 novembre 2009
IL TERRITORIO
Aprilia città in provincia di Latina – 80mt. s.l.m. – dista 40 Km da Roma, 16 Km dal litorale tirrenico di Anzio e Nettuno, 18 Km dai Colli Albani, 26 Km da Latina.
Superficie 17.774 ettari, abitanti 62.471 al 31.12.2004 , comprende il centro urbano e le seguenti frazioni: Agip, Bellavista, Buon Riposo, Caffarelli, Campo del Fico, Campo di Carne, Campoleone, Campoverde, Carano-Garibaldi, Carroceto, Casalazzara, Fossignano, Gattone, Genio Civile, Giannottola, Guardapasso, Isole, La Gogna, Montarelli, Pantanelle, Pian di Frasso, Rosatelli, Spaccasassi, Torre Bruna, Toscanini, Torre del Padiglione, Tufello, Vallelata, Valli.
Il Territorio di Aprilia
Aprilia, fondata il 25 aprile 1936, nell'ex zona paludosa dell'Agro Pontino, fu inaugurata il 29 ottobre 1937 da Benito Mussolini, ed ebbe come madrina la città di CAPANNORI , il più grande comune rurale d'Italia dell'epoca in provincia di Lucca, che portò in dono alla nuova città il Gonfalone. Il nome “APRILIA” deriva, oltre che da quello del mese di aprile, da Venus Aprilia,"Venere Feconda".
Nel suo territorio ci sono alcune località d'importanza storica: Buon Riposo con i resti di Longula, antica città Volsca; Carano – Garibaldi nella cui tenuta si trovano le sorgenti di Carano, la chiesetta, la tomba di famiglia ed alcuni edifici rurali, un tempo utilizzati come granai, nei quali muli e cavalli, adibiti proprio al trasporto dei cereali, accedevano lungo due scale laterali, ancora oggi ben conservate, anche se parzialmente modificate. Campo Morto, ribattezzato dal 1958 Campoverde, prese il nome in seguito ad alcuni tragici avvenimenti storici accaduti sul luogo. Il 21 agosto 1482 il Capitano veneziano Roberto Malatesta sconfisse Alfonso Duca di Calabria, figlio di Ferdinando D'Aragona, Re di Napoli, che aveva dichiarato guerra al Papa Sisto IV. Sul luogo sono stati ritrovati anche i resti e le prigioni dei tenimenti pontifici di San Pietro in Formis. Nella stessa zona, molti anni dopo, prigionieri austriaci della guerra 1915 -1918 morirono decimati dalla malaria.
Proseguendo si giunge nella via Selciatella, l'antica Appia Consolare Inferiore, dove Poppea, moglie di Nerone, transitava con le sue asine in occasione delle "Feriae in Antium", l'attuale Anzio. Di fronte alla via Selciatella, al Km 51,500 della S.S. 148, svetta l'antica Torre del Padiglione, patrimonio dell'omonima azienda. In questo luogo, nel 1890, Buffalo Bill, sfidato dai butteri locali Augusto Imperiali, Alfonso Ferrazza ed altri, fu battuto, per capacità e destrezza, quando si trattò di prendere al laccio e di cavalcare i focosi puledri maremmani. A Buffalo Bill, sorpreso ed ammirato per tanta padronanza e spavalderia, non rimase altro che ingaggiare alcuni di quei butteri nel suo circo "Wild West Show" che si esibiva in quel tempo a Roma.
Carroceto, ove sorge una chiesetta dedicata a Sant' Antonio, a ricordo di una sosta nella zona di Papa Innocenzo XII il 22 aprile 1697. Quel giorno il Papa aveva inaugurato il porto Innocenziano di Anzio. In contrada Castellaccio, località Fossignano, si trovano i resti del castello dei Frangipane (900 d.C.).
Nel Centro urbano di Aprilia, sul sagrato della chiesa, troneggia la statua del patrono della città "San Michele Arcangelo", su cui sono ancora visibili le ferite storiche arrecate dalla battaglia tra Tedeschi ed Alleati durante l'ultimo conflItto mondiale. La statua è una pregevole opera dello scultore Venanzo Crocetti (1913-2003). Sin dai giorni della sua fondazione, Aprilia era divisa in tenute agricole proprietà di grossi latifondisti romani che venivano affittate per periodi variabili dai nove ai dodici anni. La Città pontina era un centro prettamente agricolo, dove si coltivavano cereali e si allevavano equini e bovini di razza maremmana.
Era, inoltre, la meta di numerose greggi ovine e caprine che venivano a svernare dalle Marche, dall'Abruzzo, dal Molise e dall'Alto Lazio. Accanto agli allevamenti venivano costruite con paglia, ginestre e sterpaglie, capanne dal tetto a forma di cono "lestre", utilizzate come ricovero dagli allevatori e come laboratorio per la produzione della tipica ricotta romana e del piccante formaggio pecorino.
Nel 1929, dopo ripetuti tentativi, ebbero inizio i lavori di bonifìca del territorio che attirarono nella zona un notevole numero di persone provenienti dal Trentino, dal Veneto, dal Friuli, dalla Romagna e dall'Emilia. Alla fine del 1931 ebbe inizio la vera trasformazione dei terreni con disboscamenti in tutta la zona; venne prosciugato l'acquitrino, furono dissodati i terreni e costruite le case coloniche con poderi che andavano dai dieci ai trenta ettari. Solo allora subentrò una popolazione stabile che viveva in piccola parte nel nuovo centro urbano, mentre i più nelle case coloniche. Aprilia era parte integrante della bonifica Pontina comprendente Latina (allora Littoria), Sabaudia, Pontinia e Pomezia. Alla sua fondazione il Centro Urbano era composto da quattro grandi fabbricati: Comune, Uffìcio Postale, Chiesa, Casa del Fascio ai quali si aggiunsero il Cinema Littorio e la locanda.
Le cose diventarono critiche con l'avanzare della seconda guerra mondiale. Nel gennaio 1944 Aprilia denominata "la fabbrica", "the factory" dagli alleati, fu ridotta ad un cumulo di macerie e la popolazione trovò rifugio in Campania e in Calabria. A decorrere da settembre dello stesso anno ritornarono gli sfollati ed incominciò la ricostruzione. L'economia di Aprilia ricostruita si basò sul piccolo commercio locale e sul pascolo ovino. Successivamente bonificati i campi minati (44 morti per esplosione), si tornò alla semina dei cereali ed all'allevamento di bestiame da lavoro. Negli anni '50 giunsero profughi italiani dall'Africa del nord che impiantarono estesissimi vigneti per la produzione di vini a denominazione di origine controllata e di uva da tavola tra le migliori d'Italia.
Con la costituzione della Cassa per il Mezzogiorno e, successivamente, del Consorzio per l'area di sviluppo industriale del Lazio, l'avvenire di Aprilia cambiò totalmente: si passò da un'agricoltura di consumo ad un' agricoltura di mercato e si costituirono nuove aziende agricole tecnicamente più avanzate. Fu questo il primo passo verso l'industrializzazione vera e propria. Alla fine del 1951 s'insediò ad Aprilia il primo stabilimento industriale, la Simmenthal , a cui ne seguirono molti altri opifici sia nazionali che internazionali. La cittadina cambiò volto ed offrì lavoro a numerose maestranze. Attualmente in Aprilia svolgono attività circa cento stabilimenti, tra cui alcune importanti multinazionali.
Il 26 aprile 1996, nel nome di Menotti Garibaldi, Aprilia che custodisce le spoglie mortali dell'eroe, si è gemellata con Mostardas, comune del Rio Grande do Sul, in Brasile, dove egli nacque. Va altresì ricordato che il nostro comune dall'8 dicembre 1997 è gemellato con il Comune di Buja (Udine), dal 30 settembre 2000 con il comune di Montorio al Vomano (Teramo), dal 6 marzo 2003 con il Comune di Sciacca (Agrigento), dal 6 marzo 2004 con il Comune di Cingoli (Macerata); e con altri due paesi esteri: il 5 giugno 2003 con il Comune di Tulcea (Romania), il 29 ottobre 2003 con il Comune di Ben Arous (Tunisia).
Di Gildo Felici
Superficie 17.774 ettari, abitanti 62.471 al 31.12.2004 , comprende il centro urbano e le seguenti frazioni: Agip, Bellavista, Buon Riposo, Caffarelli, Campo del Fico, Campo di Carne, Campoleone, Campoverde, Carano-Garibaldi, Carroceto, Casalazzara, Fossignano, Gattone, Genio Civile, Giannottola, Guardapasso, Isole, La Gogna, Montarelli, Pantanelle, Pian di Frasso, Rosatelli, Spaccasassi, Torre Bruna, Toscanini, Torre del Padiglione, Tufello, Vallelata, Valli.
Il Territorio di Aprilia
Aprilia, fondata il 25 aprile 1936, nell'ex zona paludosa dell'Agro Pontino, fu inaugurata il 29 ottobre 1937 da Benito Mussolini, ed ebbe come madrina la città di CAPANNORI , il più grande comune rurale d'Italia dell'epoca in provincia di Lucca, che portò in dono alla nuova città il Gonfalone. Il nome “APRILIA” deriva, oltre che da quello del mese di aprile, da Venus Aprilia,"Venere Feconda".
Nel suo territorio ci sono alcune località d'importanza storica: Buon Riposo con i resti di Longula, antica città Volsca; Carano – Garibaldi nella cui tenuta si trovano le sorgenti di Carano, la chiesetta, la tomba di famiglia ed alcuni edifici rurali, un tempo utilizzati come granai, nei quali muli e cavalli, adibiti proprio al trasporto dei cereali, accedevano lungo due scale laterali, ancora oggi ben conservate, anche se parzialmente modificate. Campo Morto, ribattezzato dal 1958 Campoverde, prese il nome in seguito ad alcuni tragici avvenimenti storici accaduti sul luogo. Il 21 agosto 1482 il Capitano veneziano Roberto Malatesta sconfisse Alfonso Duca di Calabria, figlio di Ferdinando D'Aragona, Re di Napoli, che aveva dichiarato guerra al Papa Sisto IV. Sul luogo sono stati ritrovati anche i resti e le prigioni dei tenimenti pontifici di San Pietro in Formis. Nella stessa zona, molti anni dopo, prigionieri austriaci della guerra 1915 -1918 morirono decimati dalla malaria.
Proseguendo si giunge nella via Selciatella, l'antica Appia Consolare Inferiore, dove Poppea, moglie di Nerone, transitava con le sue asine in occasione delle "Feriae in Antium", l'attuale Anzio. Di fronte alla via Selciatella, al Km 51,500 della S.S. 148, svetta l'antica Torre del Padiglione, patrimonio dell'omonima azienda. In questo luogo, nel 1890, Buffalo Bill, sfidato dai butteri locali Augusto Imperiali, Alfonso Ferrazza ed altri, fu battuto, per capacità e destrezza, quando si trattò di prendere al laccio e di cavalcare i focosi puledri maremmani. A Buffalo Bill, sorpreso ed ammirato per tanta padronanza e spavalderia, non rimase altro che ingaggiare alcuni di quei butteri nel suo circo "Wild West Show" che si esibiva in quel tempo a Roma.
Carroceto, ove sorge una chiesetta dedicata a Sant' Antonio, a ricordo di una sosta nella zona di Papa Innocenzo XII il 22 aprile 1697. Quel giorno il Papa aveva inaugurato il porto Innocenziano di Anzio. In contrada Castellaccio, località Fossignano, si trovano i resti del castello dei Frangipane (900 d.C.).
Nel Centro urbano di Aprilia, sul sagrato della chiesa, troneggia la statua del patrono della città "San Michele Arcangelo", su cui sono ancora visibili le ferite storiche arrecate dalla battaglia tra Tedeschi ed Alleati durante l'ultimo conflItto mondiale. La statua è una pregevole opera dello scultore Venanzo Crocetti (1913-2003). Sin dai giorni della sua fondazione, Aprilia era divisa in tenute agricole proprietà di grossi latifondisti romani che venivano affittate per periodi variabili dai nove ai dodici anni. La Città pontina era un centro prettamente agricolo, dove si coltivavano cereali e si allevavano equini e bovini di razza maremmana.
Era, inoltre, la meta di numerose greggi ovine e caprine che venivano a svernare dalle Marche, dall'Abruzzo, dal Molise e dall'Alto Lazio. Accanto agli allevamenti venivano costruite con paglia, ginestre e sterpaglie, capanne dal tetto a forma di cono "lestre", utilizzate come ricovero dagli allevatori e come laboratorio per la produzione della tipica ricotta romana e del piccante formaggio pecorino.
Nel 1929, dopo ripetuti tentativi, ebbero inizio i lavori di bonifìca del territorio che attirarono nella zona un notevole numero di persone provenienti dal Trentino, dal Veneto, dal Friuli, dalla Romagna e dall'Emilia. Alla fine del 1931 ebbe inizio la vera trasformazione dei terreni con disboscamenti in tutta la zona; venne prosciugato l'acquitrino, furono dissodati i terreni e costruite le case coloniche con poderi che andavano dai dieci ai trenta ettari. Solo allora subentrò una popolazione stabile che viveva in piccola parte nel nuovo centro urbano, mentre i più nelle case coloniche. Aprilia era parte integrante della bonifica Pontina comprendente Latina (allora Littoria), Sabaudia, Pontinia e Pomezia. Alla sua fondazione il Centro Urbano era composto da quattro grandi fabbricati: Comune, Uffìcio Postale, Chiesa, Casa del Fascio ai quali si aggiunsero il Cinema Littorio e la locanda.
Le cose diventarono critiche con l'avanzare della seconda guerra mondiale. Nel gennaio 1944 Aprilia denominata "la fabbrica", "the factory" dagli alleati, fu ridotta ad un cumulo di macerie e la popolazione trovò rifugio in Campania e in Calabria. A decorrere da settembre dello stesso anno ritornarono gli sfollati ed incominciò la ricostruzione. L'economia di Aprilia ricostruita si basò sul piccolo commercio locale e sul pascolo ovino. Successivamente bonificati i campi minati (44 morti per esplosione), si tornò alla semina dei cereali ed all'allevamento di bestiame da lavoro. Negli anni '50 giunsero profughi italiani dall'Africa del nord che impiantarono estesissimi vigneti per la produzione di vini a denominazione di origine controllata e di uva da tavola tra le migliori d'Italia.
Con la costituzione della Cassa per il Mezzogiorno e, successivamente, del Consorzio per l'area di sviluppo industriale del Lazio, l'avvenire di Aprilia cambiò totalmente: si passò da un'agricoltura di consumo ad un' agricoltura di mercato e si costituirono nuove aziende agricole tecnicamente più avanzate. Fu questo il primo passo verso l'industrializzazione vera e propria. Alla fine del 1951 s'insediò ad Aprilia il primo stabilimento industriale, la Simmenthal , a cui ne seguirono molti altri opifici sia nazionali che internazionali. La cittadina cambiò volto ed offrì lavoro a numerose maestranze. Attualmente in Aprilia svolgono attività circa cento stabilimenti, tra cui alcune importanti multinazionali.
Il 26 aprile 1996, nel nome di Menotti Garibaldi, Aprilia che custodisce le spoglie mortali dell'eroe, si è gemellata con Mostardas, comune del Rio Grande do Sul, in Brasile, dove egli nacque. Va altresì ricordato che il nostro comune dall'8 dicembre 1997 è gemellato con il Comune di Buja (Udine), dal 30 settembre 2000 con il comune di Montorio al Vomano (Teramo), dal 6 marzo 2003 con il Comune di Sciacca (Agrigento), dal 6 marzo 2004 con il Comune di Cingoli (Macerata); e con altri due paesi esteri: il 5 giugno 2003 con il Comune di Tulcea (Romania), il 29 ottobre 2003 con il Comune di Ben Arous (Tunisia).
Di Gildo Felici
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